Il governo dopo aver fatto “scassaquindici” ora rimetta a posto le cose Firmi subito per il rinnovo del contratto della Scuola e dei dipendenti pubblici


Gli insegnanti vivono con uno stipendio medio mensile di 1.400 euro e gli ATA arrivano appena a 1.000 euro
“Il contratto della scuola deve essere chiuso immediatamente. Avevamo raggiunto un punto di intesa con il governo, ma questo che prima ha fatto “scassaquindici”, ha cioè mandato all’aria un accordo già fatto, ora rimetta a posto le cose. I lavoratori non possono aspettare oltre”.
E’ quanto ha sottolineato il Segretario generale della UIL Scuola, Massimo Di Menna, intervenendo oggi, presso il cinema Roma in Trastevere, ad una affollata manifestazione del personale ATA promossa dalla Uil Scuola a cui hanno partecipato oltre 400 persone provenienti da tutta Italia.
Le proteste per il mancato rinnovo del contratto della scuola hanno portato nella Capitale, in rappresentanza del personale tecnico, amministrativo e ausiliario della scuola.
Oltre ai problemi del settore, al centro degli interventi dell’Attivo degli ATA, il rinnovo del contratto di lavoro.
“Avevamo raggiunto un punto di intesa ragionevole con il governo – ha sottolineato Di Menna - e questa convergenza prevedeva un incremento del 5% su ogni stipendio. Una soluzione che teneva conto delle disponibilità finanziarie messe dal governo e di tutti gli equilibri con il resto del mondo del lavoro. Dopo questo punto di condivisione - ha aggiunto Di Menna - Confindustria e parte dell’Esecutivo hanno rimesso in discussione tutto. Ora il Presidente del Consiglio deve fare bene i conti, quelli veri, e dare rapida conclusone al negoziato.
Siamo offesi - ha proseguito il Segretario generale della Uil Scuola - da questo balletto delle cifre e dalle dichiarazioni secondo le quali l’aumento degli stipendi dei docenti e del personale dei pubblici dipendenti è una spesa improduttiva.
Gli insegnanti vivono con un stipendio medio netto mensile di 1.400 euro mentre il personale ATA di appena 1.000 euro al mese.
Non bisogna dimenticare il ruolo che insegnanti e personale ATA svolgono ogni giorno, per garantire una scuola di qualità per il 94% dei ragazzi italiani che frequentano la scuola pubblica. In realtà qualcuno vorrebbe, non fare arrivare i soldi in tasca ai lavoratori per spostarli nelle tasche di altri settori che oltretutto non pagano le tasse.
Se il governo non dà la risposta che tutto il mondo della scuola e i pubblici dipendenti si aspettano – ha aggiunto Di Menna chiudendo la manifestazione nazionale degli ATA – occorrerà procedere dopo tre scioperi generali con forme di mobilitazione che coinvolgano insegnanti e ATA, che non devono essere puramente simboliche, che non costino ai lavoratori e che possano durare nel tempo.
Auspichiamo che la soluzione si trovi subito in queste ore, ma in ogni caso le forme di lotta che metteremo in campo determineranno l’unica soluzione possibile: la chiusura del contratto della scuola e dei pubblici dipendenti. Tali iniziative le manterremo anche nella fase conclusiva di fine anno scolastico, compresi gli scrutini finali, certi di avere il consenso delle famiglie, degli studenti e dei cittadini.”
Concludendo la manifestazione degli ATA - Di Menna – ha posto con forza al governo “l’emanazione, da settembre prossimo, del decreto per le immissioni in ruolo sia per i docenti che per il personale ATA”

Roma 13 maggio 2005

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