La manovra chiede al personale della scuola un triplo balzello: blocco del contratto, blocco degli aumenti per anzianità, riduzione permanente della retribuzione con conseguenze sul trattamento pensionistico.
Misure quindi che non si limitano all’emergenza ma dispiegano i loro effetti oltre il triennio con un effetto domino che diviene permanente.
E’ iniquo che, mentre per tutte le alte qualifiche, con retribuzioni ben più elevate, il testo prevede il recupero e la validità ai fini pensionistici, per il personale della scuola questa previsione non c’è.
Dopo i tagli di organico ora si interviene pesantemente sulle retribuzioni.
Si tratta di un carico che il personale della scuola non è in grado di sostenere.

Dai calcoli fatti dall’ufficio studi della Uil Scuola
un collaboratore  scolastico  perde 1.136 € lordi l’anno (pari al 6,60%)
un insegnante di scuola elementare perde 2.500 euro lordi l’anno (pari al 9,96%)
un insegnante di secondaria di primo grado perde 2.800 euro lordi l’anno (pari al 9,15%)
un insegnante  di  secondaria  di  secondo  grado  perde oltre  3 mila euro  lordi  l’anno (- 10,76%)

Quello che dovrebbe essere considerato un settore strategico, sul quale puntare per dare forza alla ripresa e al rilancio della nostra economia, appare come un settore dal quale sottrarre soldi certi.
Il prelievo operato sul personale della scuola è davvero sproporzionato e ingiusto, sia rispetto alle altre categorie che mantengono – pur in presenza del blocco degli scatti di anzianità – il mantenimento ai fini giuridici del triennio, sia rispetto alle quote di prelievo superiori ai manager di Stato che hanno stipendi tra i 90 mila e i 150 mila euro.
La Uil Scuola ha deciso di contrastare queste misure con una forte mobilitazione di tutti lavoratori della scuola che si terrà a Roma il 15 giugno e con iniziative locali: documenti, raccolta firme, informazione agli organi di stampa, diffusione delle notizie sul sito web per raccogliere e poter rappresentare, presso le  sedi Istituzionali, la giusta protesta dei lavoratori.

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