Da 1.136 euro a 3.034 euro. È il conto, salatissimo, che la scuola italiana dovrà pagare sull’altare della manovra economica. Le stime arrivano dalla Uil scuola Campania. E sono impietose. In virtù della sospensione del rinnovo del contratto per un triennio e del blocco degli scatti di anzianità, un insegnante in una scuola secondaria di secondo grado con un’anzianità di servizio compresa tra i quindici e i venti anni riceverà una busta paga più leggera del 10,76%: tradotto in soldoni, vuol dire una perdita lorda annua di 3.034 euro. Troppo per non gridare all’allarme. Cambiano le percentuali, cambiano gli importi ma non cambia la sostanza in altre scuole. Perché in una scuola secondaria di primo grado, l’insegnante con anzianità di servizio compresa tra quindici e venti anni perderà il 9,15%, 2.854 euro lordi in un anno. E in una scuola materna ed elementare la maestra (con stessa anzianità di servizio) perderà il 9,96% e a fine anno si ritroverà con 2.528 euro in meno sullo stipendio lordo. Rosso a quattro cifre anche per i collaboratori scolastici, già fanalino di coda nella speciale classifica della retribuzione mensile. Per loro le perdite saranno pari al 6,60%, 1.136 euro lordi in un anno. Da qui la protesta. A gran voce, il segretario regionale della Uil scuola Luigi Panacea avverte: «Pur consapevoli delle necessità della manovra economica in un momento storico così difficile, dissentiamo in modo forte e netto dai provvedimenti proposti che rimettono in discussione diritti, tutele e garanzie contrattuali. Le decisioni sono dure e inique per i lavoratori della scuola».