Si è tenuto oggi 18 novembre presso l’Hotel Oriente di Vico Equense il Convegno della UIL Scuola della Campania sulle seguenti tematiche:
1. Dimensionamento scolastico: linee guida
2. Contrattazione di istituto.
Hanno partecipato all’incontro: Luigi Panacea, Segretario regionale UIL Scuola Campania, Alfonso Marotta, Coordinatore regionale Area V Dirigenti scolastici UIL Scuola Campania, Rosa Cirillo, Coordinatore nazionale Area V Dirigenti scolastici UIL Scuola, Francesco Rossi, componente dello staff dell’Assessore all’Istruzione della Regione Campania, Massimo Di Menna, Segretario generale UIL Scuola.
Numerosa la presenza dei Dirigenti scolastici, iscritti alla UIL scuola, provenienti da tutta la regione.
In apertura, i saluti di Luigi Panacea che, dopo aver ringraziato i presenti, passa ad illustrare le tematiche oggetto di riflessione, sottolineando l’importanza e l’attualità di entrambe. Esprime poi la preoccupazione della UIL Scuola campana per la situazione di difficoltà in cui versano molte scuole, costrette, per carenza di personale ATA, a non poter assicurare il normale e ordinario funzionamento .Queste difficoltà stanno creando molto disagio e solo l’impegno impegno e la professionalità di tutti coloro che operano quotidianamente nella scuola: dirigenti, docenti e personale ATA, consente alla scuola statale di andare avanti, nonostante le grandi problematiche.
Rosa Cirillo ringrazia gli intervenuti e i relatori ed evidenzia come la UIL Scuola della Campania abbia una rappresentatività molto elevata nell’Area V in quanto vanta un elevato numero di iscritti. Ciò dipende dall’impegno costante di tutte le segreterie provinciali che sono attente ad ascoltare le problematiche dei Dirigenti, in quanto rappresentanti delle Istituzioni scolastiche, e ad intervenire per supportare le loro azioni. Le due grosse problematiche che saranno affrontate sono temi di grande attualità. Il dimensionamento, che interesserà le scuole della regione Campania, avrà senza dubbio una notevole ripercussione e per questo il dott. Rossi ci potrà illustrare le modalità e i tempi di attuazione . L’altro tema di grande attualità, la governance delle scuole, nello specifico la contrattazione di Istituto, sarà affrontato da Massimo Di Menna che ci chiarirà gli aspetti più complessi del problema e ci indicherà le direttive per affrontarlo .
Alfonso Marotta interviene in merito ad un’altra problematica che investe i Dirigenti rispetto alla retribuzione di risultato e di posizione. Dopo la firma del contratto relativo alla retribuzione di risultato dall'a.s. 2996/07 al 2009/10 (gennaio-agosto), con gli arretrati del quadriennio 2006/09 e di gennaio-agosto 2010, le proposte dell'Amministrazione in merito al CIR, concernente la retribuzione di risultato e di posizione dell'a.s. 2010/2011, sono state rigettate in quanto notevolmente penalizzanti per la categoria. A seguito di ciò, le Segreterie provinciali si attiveranno a tutela i propri iscritti.
Francesco Rossi, Esperto - Componente Staff Ass.to all’Istruzione Regione Campania, ha illustrato il percorso intrapreso dalla regione che ha definito, in maniera condivisa anche con le parti sociali, le Linee Guida per l’anno scolastico 2012/2013 sul dimensionamento della rete scolastica e programmazione dell’offerta formativa a. s. 2012/2013. Esse costituiscono lo strumento di definizione dei criteri e delle modalità alle quali le Province ed i Comuni devono attenersi per la definizione del dimensionamento, della distribuzione territoriale della rete scolastica e della programmazione dell’offerta formativa. Le scuole sottodimensionate nella regione Campania, secondo i nuovi parametri definiti nel recente decreto, sono superiori a 400, in maggior numero quelle al di sotto dei 500 alunni. A questo si aggiunge la questione dei plessi e la presenza numerosa delle pluriclassi che rappresentano senza dubbio un elemento di forte criticità. I tagli proposti dal Ministero per la regione Campania sono di 295 autonomie in meno. Questa situazione accomuna le regioni del Sud, mentre quelle del Nord sono interessate in modo molto limitato al dimensionamento in quanto lo stesso è stato realizzato negli anni. Nonostante ciò, la Conferenza Stato – regioni, sulla base della sentenza della Corte Costituzionale ha ribadito la competenza esclusiva regionale in materia di programmazione della rete scolastica, che deve però integrarsi con le scelte dello Stato sull'attribuzione delle dotazioni organiche, in quanto la revisione dei criteri di formazione delle classi e dei parametri per la determinazione complessiva degli organici rientrano nelle "norme generali sull'istruzione”. Si è così deciso di attuare il dimensionamento previsto dal Ministero in tre anni, realizzando nel prossimo anno scolastico circa il 30% di autonomie in meno.
In conclusione, Massimo Di Menna ritiene determinante il coinvolgimento del personale nei processi di modernizzazione. Non è possibile adottare una logica burocratico – amministrativa per il programma di dimensionamento della rete scolastica che non deve essere necessariamente realizzato in un solo anno scolastico.
Relativamente alla problematica della contrattazione di Istituto, nello specifico l’art. 6 CCNL Scuola- materie di contrattazione di Istituto, Di Menna sottolinea la titolarità del Dirigente nelle relazioni sindacali che hanno come obiettivo il governo delle materie di cui all’art. 6 nei tempi e nei modi previsti dalla normativa. Il recente d. leg.vo integrativo e correttivo dell’art 65, d.leg.vo n. 150/2009, afferma l’immediata applicabilità delle norme del decreto leg.vo n. 150/2009 ai contratti decentrati che si stipulano dopo l’emanazione del citato decreto.
Tale chiarimento legislativo, però lascia impregiudicati alcuni problemi che si sono registrati già nello scorso anno scolastico a causa di una lettura parziale e strumentale della norma da parte di alcuni Dirigenti scolastici e taluni revisori dei conti che, nonostante la chiara circolare della Direzione Generale del MIUR, hanno ritenuto di dare un’interpretazione unilaterale circa le materie che il decreto sottrae alla contrattazione e hanno introdotto notevole conflittualità e contenziosi nelle scuole con ricadute negative sul normale andamento delle attività didattico - educative.
Tali incertezze avevano indotto il Governo a sottoscrivere l’accordo del 4 febbraio con il quale, si demandava alla sede propria dell’ARAN di definirne, nella fase transitoria fino al rinnovo dei Contratti nazionali, le materie che attengono alle “prerogative dirigenziali” che sono sottratte alla contrattazione. Non è, quindi, in discussine l’obbligo di rispettare i vincoli che pone la legge (d.lgs 165/01 come modificato dal d.lgs 150/09), si tratta di capire se e chi definisce, le materie di contrattazione, in questa fase transitoria in assenza del CCNL che è la sede deputata a farlo ed in particolare, quali sono i confini tra prerogative dirigenziali e prerogative degli organi collegiali tali da potere incidere con quelle previste dal CCNL art. 6, per la contrattazione di Istituto. Ciò anche in considerazione della specificità del settore Scuola che ha prerogative sue proprie riconosciute da norme di rango costituzionale e caratterizzata dalla presenza di norme tutt’ora vigenti:quella degli Organi collegiali della scuola a cui sono riconosciute specifiche prerogative; della Dirigenza Scolastica definita dall’art. 25 del d.lgs 165/01 che riconosce prerogative sue proprie non omologabili alla Dirigenza della Pubblica Amministrazione; del decreto sull’autonomia scolastica anch’essa assunta nel titolo V della Costituzione, tutte prerogative, in particolare per la didattica, quelle del Collegio dei Docenti, di cui il MIUR si deve fare carico.
La contrattazione, nella formulazione attuale dell’art. 6 del CCNL, è coerente con il decreto 150/09, in quanto non interviene nelle misure inerenti la gestione delle risorse umane e finanziarie, né sulla direzione e l’organizzazione degli uffici (art. 5 del d.lgs 165/01 come modificato dal 150/09), si occupa sostanzialmente dei criteri per la mobilità interna, dei criteri di utilizzazione del personale, dei criteri per definire l’organizzazione dell’orario di lavoro, dei criteri per la ripartizione delle risorse contrattuali e la definizione dei compensi del salario accessorio demandati dal CCNL, non invade le competenze del collegio docenti, né quelle del Consiglio di Istituto, né tantomeno quelle del Dirigente Scolastico.